Multa da 1 milione di euro per pubblicità ingannevole e violazioni al Codice del consumo.
L’Antitrust sanziona Sky per un milione di euro «per la diffusione di informazioni ingannevoli sull’aggiudicazione dei diritti calcistici delle partite del campionato di calcio di Serie A». «Un anno fa la società ha lasciato intendere erroneamente ai propri abbonati di poter continuare a vedere le partite del campionato di Serie A come accaduto nella precedente stagione». Per approfondire consulta la seguente pagina (clicca qui).
La segnalazione di Tim ha dato il via all’emissione di una multa da 1 milione di euro dall’Antistrust per pubblicità ingannevole
Con la sanzione comminata dall’Agcm arriva a conclusione un percorso avviato da una segnalazione di Tim del 21 maggio 2021. La compagnia telefonica si era rivolta all’Autorità con puntando l’indice contro Sky e la sua campagna partita a inizio maggio e rivolta agli abbonati Sky Calcio. «Al momento, il contesto dei diritti tv della Serie A rimane di grande incertezza ed abbiamo così pensato ad alcune iniziative», scriveva Sky. «In questa situazione di incertezza, abbiamo deciso di azzerare il costo del pacchetto Sky Calcio per tre mesi, dal 1° luglio al 30 settembre».
Il nodo diritti Serie A
La telco ha così segnalato all’Agcm una comunicazione ritenuta ingannevole quando parla di «grande incertezza» visto che da fine marzo – secondo la tesi esposta da Tim e comunque accettata dall’Authority – era diventata chiara a tutti l’assegnazione dei diritti per la Serie A a Dazn. Quindi nessuna incertezza e comunicazione solo portatrice di confusione fra i clienti Sky, disorientandoli rispetto all’eventuale scelta di passare a Dazn o anche a una Tim che nell’operazione ha investito 340 milioni a stagione (sugli 840 messi sul piatto da Dazn) con l’obiettivo di sfruttare la leva del calcio e della Serie A per aumentare il parco clienti. Questo ha scaturito la multa da 1 milione di euro dall’Antistrust per pubblicità ingannevole.
La quantificazione della sanzione
Da qui la sanzione di un milione. Una cifra scelta nel range fra 5mila euro e 5 milioni. «In considerazione del fatto che sussiste, nel caso di specie – scrive nel suo provvedimento Agcm – una circostanza aggravante relativa alla recidiva in quanto il professionista risulta essere stato già destinatario di provvedimenti di accertamento di violazioni del Codice del Consumo28, nonché una circostanza attenuante, vale a dire una perdita di bilancio, si ritiene di determinare l’importo della sanzione nella misura di 1.000.000 € (un milione di euro)».
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